Archive for the ‘Economia’ Category

24 Marzo

CHE BOLIDE

La Tata Motors ha presentato la nuova autovettura da 1.600 euro, meno del costo di un banale optional Mercedes, che alcuni analisti accolgono con favore per il rilancio dell’intera economia globale. Il Presidente della Casa indiana, Ratan Tata, ha comunicato che si tratterà di un’utilitaria da quattro a cinque posti, molto semplice e spartana, pensata per dare anche ai meno abbienti la possiblità di possedere una autovettura. La previsione di vendita in India è di circa 500.000 unità in due anni. Da sempre il gruppo Tata, conglomerato costituito da 92 società operanti nei più svariati settori, è conosciuto e stimato in India per la responsabilità sociale. Per statuto, infatti, ogni anno evolve parte del proprio fatturato in favore di opere di beneficienza e carità. Allo stato attuale, la distribuzione in Europa dovrebbe prevedere un prezzo d’ingresso leggermente più elevato (circa 5000 €) causato dalla rivisitazione del progetto in funzione degli standard e delle caratteristiche europee che fanno riferimento a normative molto più stringenti in ambito di sicurezza.

In realtà dovremmo interrogarci sulle reali potenzialità di una vettura dal costo così basso: siamo certi che possa essere un impulso benefico al mercato mondiale o sarà l’inizio di un decadimento ancora più marcato? Quale costruttore al mondo potrà mai competere a quel livello di prezzo? Stiamo pagando proprio in questi mesi la delocalizzazione forzata ed il mancato impiego nei paesi d’origine derivante da queste scelte:sbagliare è umanoperseverare…

18 Marzo

I MERCATI CROLLANO. UNICO INVESTIMENTO GARANTITO: LA COMUNICAZIONE

La crisi dilaga, le borse crollano e a Londra i manager della city, depressi dal crollo finanziario dei titoli in borsa, improvvisano un balletto nella stazione di Liverpool Street.

Astrofinanza, filosofia olistica, superenalotto…la creatività la fa da padrone.

C’è chi decide di affrontarla rottamando la lingerie, facendo il dirigente a tempo…un modo gentile per definire le persone che hanno come obiettivo quello di guidare le imprese attraverso l’agonia individuando i rami secchi da tagliare e quelli sani da coltivare.

Di fronte alla crisi anche il senso dell’umorismo assume strane forme, basta andare in facebook dove sono nati centinaia di gruppi che divagano sui vari modi per difendersi dalla crisi. Insomma la creatività aiuta sempre.

16 Marzo

COCA COLA SI

Bibita tra le più conosciute e apprezzate in tutto il globo, la Coca-Cola nel tempo è stata più volte accusata di provocare danni alla salute. Inizialmente perché, si disse, conteneva tracce di cocaina, più tardi per il suo elevato contenuto in caffeina e zucchero, che la rende una bevanda eccitante e molto calorica. Ora per la presenza di acido fosforico che avrebbe effetti corrosivi sui denti. Qual è il vero volto della bevanda più diffusa al mondo? “Se fosse vero, saremmo una nazione di tigri senza denti!” Tuonano dalla direzione americana della bibita “invece, sebbene in Usa il consumo di bibite tra gli adolescenti sia cresciuto del 65% tra il 1989 e il 1995, non abbiamo assistito ad alcuna epidemia di denti distrutti”.  Ad ogni modo il contenuto di zuccheri è davvero elevato. Basti pensare che un solo bicchiere, come riportato nelle confezioni, è in grado di garantire quasi il 35% della razione giornaliera …in sostanza verità o leggenda metropolitana?

9 Marzo

BOOM DIGITALE

Trecentoventun milioni di euro. E’ questa la cifra totale dei fatturati pubblicitari su internet censiti dall’Osservatorio Fcp-Assointernet per il 2008. I dati dell’anno si chiudono con un +14% rispetto al 2007, con l’ultimo trimestre in frenata a causa della crisi generale dell’economia. Dicembre ‘08 su dicembre ‘07 l’aumento è solo dell’1%, ma - con i chiari di luna della recessione - un qualunque segno più sembra già un piccolo trionfo. Nell’anno i banner crescono del 20%, mentre diminuisce la pubblicità pay per click delle parole chiave (-12%), anche se il grosso di questo settore viene gestito direttamente dai motori di ricerca e dunque non rientra i queste cifre (qui il file xls con tutte le tabelle). “Con i dati di dicembre”, afferma Carlo Poss, presidente di Fcp Assointernet, “si chiude un anno che vede il media internet in crescita del +14% medio rispetto all’anno scorso, in controtendenza rispetto a tutti gli altri media. I primi segnali del mercato danno un gennaio e un febbraio deboli, ma gli operatori restano prudenti e sostengono che bisognerà attendere marzo per poter intravvedere con chiarezza la tendenza. Occhi Aperti!

4 Marzo

AL MIGLIOR OFFERENTE

Dopo dieci anni di liberalizzazione la concorrenza nel mercato del Gas non decolla tanto è vero che negli ultimi sei anni ha cambiato fornitore solo il 3,1% degli utenti domestici. E’ quanto emerge dal Yellow Book, lo studio realizzato da Utilitatis e Federutility sul servizio di distribuzione e vendita del gas naturale in Italia.

Il rapporto esamina 342 gare effettuate a partire dal 1998, relative a 528 comuni (di cui 235 per il servizio di distribuzione), 140 esiti di gara, 57 bilanci delle aziende che gestiscono gas per oltre 40 milioni di abitanti e 200 bacini tariffari. La scarsa propensione degli utenti a cambiare fornitore è testimoniata dal basso valore dei cosiddetti tassi di switching.

23 Febbraio

MI CHIAMO BOND…

Il presidente del Consiglio, al termine del vertice di Berlino, ha dato rassicurazioni sullo strumento messo in campo dal Tesoro per assicurare un maggior flusso di denaro ed una più alta disponibilità delle banche stesse a fare credito alle imprese. I Tremonti-bond sono obbligazioni speciali, emesse dalle banche e acquistate dal Tesoro proprio con l’intento di dare fiato al sistema bancario che sta riversando sulla piccola e media industria la proprio sofferenza di liquidità negando prestiti.

Le obbligazioni che verranno emesse dagli istituti di credito in difficoltà e sottoscritte dal Tesoro, è spiegato, sono in linea con le norme Ue le modifiche al regime di ricapitalizzazione delle banche già approvato il 23 dicembre.  I Tremonti-Bond sono stati introdotti dal decreto anticrisi varato dal governo all’inizio di quest’anno. La cifra complessiva messa a disposizione dell’operazione, simile a quella già effettuata o in corso d’opera da parte di diversi paesi europei, è pari a 10 miliardi di euro.

La modifica principale prevista rispetto al regime precedente è l’introduzione di una remunerazione alternativa con un coupon iniziale più elevato ed un livello annuo del coupon più alto fino al 2016 in cambio di un prezzo di riscatto inferiore fissato al valore nominale fino al giugno 2013. Previsto, inoltre, che lo Stato partecipi alle ricapitalizzazioni nel caso in cui vi sia una partecipazione di investitori privati pari ad almeno il 30% ed a parità di condizioni rispetto a questi.

18 Febbraio

CRISI? BEVIAMOCI SOPRA!

Alla conferenza stampa Shoichi Nakagawa con a fianco il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Masaaki
Shirakawa, appare rosso in volto, mentre lotta visibilmente per tenere gli occhi aperti: “Qualcosa come una dichiarazione è stata pubblicata”, tenta di articolare in maniera penosa, rispondendo a una domanda.

Immagine anteprima YouTube

Il ministro delle Finanze il giorno successivo smentisce l’accaduto dicendo che è tutta colpa di alcune medicine prese contro il raffreddore, ma pochi gli credono, visti anche i suoi precedenti.

16 Febbraio

SALVE, VOLEVO SAPERE…

L’effetto incentivi per l’acquisto di auto si fa sentire sui concessionari: contestualmente alla loro entrata in vigore il 7 febbraio, secondo il decreto legge “salva auto” disposto dal Governo, le concessionarie hanno segnalato un risveglio di interesse agli acquisti dopo il gelo di gennaio in cui il mercato italiano ha segnato un crollo del 32,6%. “Lo scorso week-end c’è stato un aumento dei preventivi su eventuali acquisti del 60-70% - nota Piero Mocarelli, titolare del gruppo concessionarie Car World Italia e vicepresidente di Federaicpa, la federazione dei concessionari -”. Ovviamente non possiamo sapere se questo strumento produrrà un effetto realmente positivo sulle vendite visto che le fasce più sensibili a questa tipologia di incentivi sono proprio quelle che in questo momento scontano con pesantezza la contrazione reale dell’economia. Varrebbe forse una riflessione più ampia sull’impiego di questo “bonus” a favore di un settore che se non verrà rinnovato nei prossimi 10 anni, soprattutto per quanto concerne i sistemi di alimentazione, rischia seriamente di tramutarsi in un boomerang pericoloso. Il petrolio è temporaneamente congelato a 40 $ il barile per l’effetto della contrazione della domanda, ma non possiamo dimenticarci dei valori registrati lo scorso Luglio (147 $ il barile) molti verosimili a quanto regolarmente si dovrebbe verificare nel prossimo futuro -con previsioni non troppo pessimistiche vicine ai 200 $-. Fondo o ragione perduta?

10 Febbraio

PAPA’ MI COMPRI…

Il mondo è sommerso dai debiti. Negli Stati Uniti tra settore pubblico, imprese e famiglie si arriva a 33 mila miliardi di dollari, in Eurolandia a 15 mila, nel solo Regno Unito sono quasi 3 mila e 200 miliardi di sterline. Ricalcolando tutto in euro siamo a 60 mila miliardi, ai quali vanno aggiunti i debiti del Giappone, dei paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo per un totale tra 90 e 100 mila miliardi. Nel 2009 una parte di questa montagna di debiti verrà in scadenza e dovrà essere rifinanziata, e in più ci saranno i nuovi debiti che gli stati sono costretti a fare per raccogliere le somme necessarie ai salvataggi delle banche e ai pacchetti di stimolo all’economia.
Le cifre sono imponenti, si prevede che il Tesoro Americano emetterà nuovi Treasury Bills per 2 mila miliardi di dollari, gli altri paesi industrializzati per altri mille e altrettanti i paesi emergenti. A questi sono da aggiungere la quota di debito pubblico globale, le obbligazioni bancarie e quelle emesse dalle imprese che scadono durante l’anno e dovranno essere rifinanziate. Riusciremo a mangiare il panettone l’anno prossimo?!?

6 Febbraio

PRUDENZA O LUNGIMIRANZA?

Ogni qual volta si deve decidere in che modo impiegare i propri risparmi ovvero eccedenze di reddito, la sentenza di tutti gli analisti è pressoché unanime: un buon investimento va programmato con attenzione e, se di lungo periodo, deve scontare una valutazione di profitto congrua al tempo effettivo di impiego del capitale. Così, voler giudicare la redditività di un pacchetto azionario nel breve periodo potrebbe riservare delle sorprese non proprio piacevoli. E se valutassimo la scelta di ogni singolo lavoratore sulla destinazione del proprio TFR in seno a qualche fondo pensione alternativo?

Le sorprese sarebbero davvero interessanti.

Una semplice verifica delle performance dei principali fondi pensione negli ultimi 10 anni, come segnalato in figura, dimostra che se si avesse lasciato il proprio TFR in azienda, questo avrebbe reso il 32,44% secondo solo alla media rendita di comparti ad indirizzo obbligazionario pari al 43,63%. Linee azionarie pure e bilanciate, che scontano solo in minima parte lo shock degli ultimi sei mesi, oscillano tra un modestissimo 9,49% ed un incredibile -3,87% medio.

Gli appelli si erano davvero sprecati per convincere i lavoratori allo spostamento della loro quota di fine rapporto, ma alla luce dei fatti ne è valsa davvero la pena?