PRUDENZA O LUNGIMIRANZA?

Ogni qual volta si deve decidere in che modo impiegare i propri risparmi ovvero eccedenze di reddito, la sentenza di tutti gli analisti è pressoché unanime: un buon investimento va programmato con attenzione e, se di lungo periodo, deve scontare una valutazione di profitto congrua al tempo effettivo di impiego del capitale. Così, voler giudicare la redditività di un pacchetto azionario nel breve periodo potrebbe riservare delle sorprese non proprio piacevoli. E se valutassimo la scelta di ogni singolo lavoratore sulla destinazione del proprio TFR in seno a qualche fondo pensione alternativo?

Le sorprese sarebbero davvero interessanti.

Una semplice verifica delle performance dei principali fondi pensione negli ultimi 10 anni, come segnalato in figura, dimostra che se si avesse lasciato il proprio TFR in azienda, questo avrebbe reso il 32,44% secondo solo alla media rendita di comparti ad indirizzo obbligazionario pari al 43,63%. Linee azionarie pure e bilanciate, che scontano solo in minima parte lo shock degli ultimi sei mesi, oscillano tra un modestissimo 9,49% ed un incredibile -3,87% medio.

Gli appelli si erano davvero sprecati per convincere i lavoratori allo spostamento della loro quota di fine rapporto, ma alla luce dei fatti ne è valsa davvero la pena?

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